Proseguiamo a raccontarvi la storia di aGesic iniziata nel precedente articolo
LA SPERIMENTAZIONE ED IL CONFRONTO CON I DISPOSITIVI PRECEDENTI
Il prototipo venne quindi sottoposto ad una fase di sperimentazione sul campo.
I risultati furono ritenuti ampiamente soddisfacenti soprattutto per tutte quelle criticità che, paradossalmente, rendevano inadeguati gli strumenti sperimentati in precedenza (e abbandonati) e che, invece, erano i punti di forza di aGesic. Nello specifico il nuovo prodotto era stato ideato per essere in grado di sopperire all’assenza della copertura del segnale telefonico, come spesso accadeva nelle zone in cui erano impegnati gli operai. Inoltre vi era un elemento distintivo che rendeva aGesic molto più affidabile dei prodotti competitor: l’azzeramento dei falsi allarmi. Esso si attivava solo nell’effettivo momento del bisogno, vale a dire quando un lavoratore era in condizioni di reale pericolo e non quando (ad esempio) l’operaio era obbligato ad appoggiare lo strumento oppure a sdraiarsi a terra per delle operazioni manutentive su un macchinario.
La conclusione del percorso di sperimentazione ebbe esito positivo e tutte le aziende riconducibili al gruppo decisero di dotare di aGesic la forza lavoro operante in condizioni di solitudine.
aGesic, tuttavia, nacque in questo contesto ma con un occhio rivolto al più ampio novero di attività che impiegano lavoratori in condizioni di solitudine. L’esigenza generatasi all’interno di un settore specifico, quello delle attività riconducibili al servizio idrico integrato, è, infatti, condivisibile dall’intera macroarea dei servizi a rete di rilevanza economica (gas, elettricità etc.).
Quasi sempre ormai il mono operatore è divenuto un tratto distintivo (l’operaio che va ad effettuare la lettura del gas o ad istallare un contatore, situazione analoga a quelli che operano nel campo dell’elettricità).
aGesic è stato quindi ideato in modo da poter essere implementato rendendolo adattabile a ciascuna specifica esigenza.
IL CASO
Nella ricostruzione di questa vicenda, in conclusione, si inserisce un evento che, paradossalmente, ebbe luogo proprio mentre era in corso quella riflessione che precedette alla sperimentazione ed allo sviluppo di aGesic. L’episodio riguarda un dipendente del gruppo, deputato a svolgere un’operazione assolutamente semplice, banale, quale quella di recarsi con l’autovettura aziendale presso le stazioni di sollevamento delle reti fognarie ad effettuare la letture dei consumi elettrici.
Concretamente questo lavoratore con la sua panda doveva arrivare in un luogo, aprire una porta ed effettuare la lettura del contatore dell’energia elettrica. Questo lavoratore, nell’uscire dal box nel quale era alloggiato l’apparecchio, ebbe un infarto. Ci si accorse dell’anomalia solo molte ore dopo, quando un passante, avendo notato che la vettura era rimasta ferma (e con il motore acceso) nello stesso luogo per molto tempo, contattò telefonicamente l’azienda prendendo il numero dal logo impresso sullo sportello. Solo dopo molte ore l’azienda riuscì ad attivare le prassi tipiche di queste circostanze (verifiche, soccorsi etc.), quando ormai quel lavoratore era deceduto.
Nessuno può dimostrare che se quell’uomo avesse avuto aGesic sarebbe sopravvissuto, tuttavia è del tutto evidente che se quel lavoratore ne fosse stato dotato, nell’arco di pochissimi secondi l’azienda avrebbe avuto la segnalazione che lì era insorto un problema e sarebbe potuta intervenire immediatamente, avendo, quindi, una maggiore probabilità di salvargli la vita.
aGesic s.r.l.s.
Via Paolessi 1 - 02100 Rieti (Italy)
P.iva 01135860573